venerdì 26 gennaio 2007

Piove e a freddo


E non lo dico con quella punta di fastidio che coglie un po’ tutti quando manca il sole. Mi sono addormentata la scorsa notte con il rumore della pioggia che batteva sul tetto e al mio risveglio il cielo era carico di nubi ma, per la prima volta in questo bizzarro inverno che si è fatto desiderare, sembrava pulito, quasi leggero. Non amo il clima settentrionale, sono più una da paesi tropicali; quel caldo umido che appiccica capelli e vestiti alla pelle, rigirarsi nel letto sudati, il caldo che dà alla testa e rende la visione delle cose più rarefatta…Ma devo ammettere che quest’anno l’autunno stava durando un po’ troppo: sabato scorso ero nella campagna toscana in camicia, a gennaio! Ho visto l’orrido film di Al Gore sul riscaldamento globale e anche se sono contro gli allarmismi, va detto che fa un po’ effetto vedere quanto si siano ritirati i ghiacciai negli ultimi 50 anni. Spariremo tutti sotto masse d’ acqua disciolte o torneremo a illuminare la vita con le candele? Comunque vada sarebbe importante che ciascuno si sforzasse di adottare un comportamento domestico più ecologico e che i paesi più ricchi investissero nelle energie alternative come patrimonio per il futuro.
Oggi con questo tempo uggioso si torna a correre con guanti e cappello ed è un cambio di stagione che rinvigorisce corpo e spirito. Quando corri, che ci sia la pioggia o che ci sia il sole non fa in realtà tanta differenza, però un po’ di fresco sicuramente aiuta.

P.S. per info su uno stilo di vita ecologico, ecosostenibile ed equosolidale visitate www.lifegate.it

L'erba proibita


Questo post è in realtà una marketta a una mia amica, però è per una buona causa quindi la faccio volentieri.
L’11 Gennaio 2007, l’Associazione Culturale PUNCTUM ha aperto un nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea, al centro di Roma, in Vicolo del Governo Vecchio 2.
In occasione dell’evento è stata presentata la prima personale di Valerio Aschi, “Non calpestare”, in cui l’artista ricopre l’intero pavimento dello spazio con un vero prato verde.
L’erba, elemento insolito e surreale all’interno di uno spazio chiuso, crea un’atmosfera apparentemente ludica che fa da cornice all’azione dello spettatore; un’azione di cui nel titolo viene sottolineata la radice violenta.
Il visitatore può scegliere di non entrare nello spazio, rispettando il divieto e non calpestando la natura. L’erba è delicata come l’animo umano, che richiede rispetto e amore e per mantenersi in vita, non deve essere calpestato.
A me l’idea di questa mostra è piaciuta molto ma ancora di più è piaciuta al mio cane Thai con cui l’ho malauguratamente visitata: appena ha visto il prato ha iniziato a correrci sopra e non contento vi ha depositato anche una simpatica pisciatina. Con buona pace dell’artista e del paradosso che la sua opera nasconde

Dov'eravamo rimasti


Ci siamo lasciati due settimane fa con quelli che corrono che si stavano preparando a uno degli appuntamenti sportivi più importante della Roma che corre e che ha il cuore grande. E’ la Corsa di Miguel, la gara podistica di 10 chilometri organizzata dallo storico Club Atletico Centrale che si è svolto il 21 gennaio 2007 con oltre 4500 romani al via dallo Stadio Paolo Rosi all’Acquacetosa. Maratoneti veri, campioni di altri sport e podisti per caso, nessuno escluso, di corsa sul Lungotevere attraverso i ponti di Roma per ricordare Miguel Benancio Sanchez, impiegato di banca e poeta, mezzofondista e amante della vita, uno dei 30000 desaparecidos nell’ultima dittatura militare argentina. Sui nastri di partenza, dal 2000 ad oggi, un fiume di persone di ogni fede, credo politico e status sociale. Una bellissima gara di sport e solidarietà.
Ci ritroviamo adesso con qualche novità tendenzialmente di scarso interesse: è iniziato RIS 3, sono tornati i Momix in Italia con l’ennesimo repertorio spettacolare, il Doctor House ha miracolosamente cominciato a camminare e forse l’anno prossimo parteciperà alla maratona di New York, Bush è improvvisamente diventato ecologista. Ma soprattutto la più bella è il ridicolo disegno di legge di un gruppo di senatori di Rifondazione Comunista che prevede più cinema comunitario nella sale (ogni due opere extracomunitarie distribuite ci dovrà essere un film europeo); la costituzione di un Centro Nazionale della Cinematografia; limiti antitrust alle grandi imprese cinematografiche. Un proposta che ha fatto sorridere un po’ tutti, soprattutto e per fortuna chi, come me, di sinistra lo è davvero ma senza scadere nel protezionismo più bieco.
Stai a vedere che tra un po’, per essere politicamente corretti, anche le barzellette dovremo raccontarle così: -Su un’isola deserta ci sono un italiano , un comunitario e un extracomunitario…-.

“Per te atleta che disprezzi la guerra e sogni la PACE”

giovedì 11 gennaio 2007

Quelli che corrono



Quelli che corrono si riconoscono subito:cronometro al polso supertecnologico, scarpe da running di una bruttezza rara, magliettina e pantaloncini in microfibra con colori incandescenti che mettono in mostra qualsiasi pregio e/o
difetto del corpo (è il caso cellulite che dilaga sulle cosce delle maratonete),sguardo allucinato di chi non ha intenzione di fermarsi, pelle del viso tendenzialmente molto secca e arrossata.Si muvono a gruppi, mai da soli. Hanno bisogno di sentirsi nel branco ma soprattutto di confrontarsi continuamente.Quelli che corrono si riconoscono perchè non parlano mai di politica, di gossip , di arte o di matrimoni falliti. No, quelli che corrono parlano di minuti al km, di ripetute, di piramidali, di lunghi, di 10x500 con 30" di recupero. Quelli che corrono quando corrono non pensano a niente e soprattutto non ascoltano mai l'i pod. Quelli che corrono quando corrono, corrono e basta.
Quelli che corrono non viaggiano ma scelgono la loro meta estiva, pasquale o natalizia che sia, in base alle città del mondo dove ancora non hanno disputato la maratona. Al primo posto nella classifica delle "gite" podistiche c'è ovviamente New York tamponata pressantemente da Londra, Parigi e Honolulu.
Quelli che corrono quando partono con le famiglie non si preoccupano del tasso di cambio della moneta o di imparare qualche frase di cortesia in lingua locale. No, quelli che corrono pensano a portarsi un programma di allenamento precedentemente redatto da amico o allenatore implacabile e, appena arrivati a destinazione, si affannano a cercare il terreno giusto per correre mentre coniugi, figli e amici restano sconsolati a disfare le valigie.
Quelli che corrono hanno come migliore amico il loro allenatore perchè tutti gli altri amici dopo un pò lo mandano a cagare oppure vengono contagiati dal virus della corsa a loro volta ma a quel punto entrano in sfida con conseguente compromissione dell'amicizia.
Quelli che corrono ti diranno che hanno sempre qualche male alla schiena, qualche doloretto allo sciatico o un'infiammazione ai tendini o le vesciche ai piedi e arriveranno prima della gara inevitabilmente "fuori forma" salvo poi fare il loro miglior tempo di stagione.Quelli che corrono però anche quando stanno male difficilmente smettono di correre. E si fanno peggio.
Quelli che corrono si riconoscono tra di loro, si studiano e poi alla fine si amano sempre. Perchè sanno che dietro ogni altro corridore c'è tanta fatica , tanto coraggio, tanta umanità. Amore e orgoglio per lo sport, quello puro, quello onesto, pulito, sano, competitivo ma non prevaricante.
Quelli che corrono non si fermano mai; sono uomini impavidi, duri, forse un pò matti com'è folle, in fondo, l'idea di correre per 42 Km di seguito solo per il gusto di arrivare. Quelli che corrono a volte mi fanno sorridere, a volte quasi paura però ... che meraviglioso stato dell'essere è "essere una di quelli che corrono"!

lunedì 8 gennaio 2007

Sense of humour


Il mio fidanzato ieri sera, non so se per mandarmi un messaggio subliminale o semplicemente perchè era annoiato dai miei discorsi tutti al femminile, mi ha citato un articolo pubblicato sul Corriere della Sera a proposito del senso dell'umorismo negli uomini e nelle donne. Oggi per curiosità sono andata a ricercarlo su internet e devo ammettere che l'ho trovato assolutamente esilarante!
Vi rimando a http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/01/co_9_070106028.xml per una lettura il cui autore, ovviamente, si chiama Christopher e non Christina!

domenica 7 gennaio 2007

Fuori tema


Lo so, lo so da quando ho aperto il blog non ho mai parlato nè di corsa nè dei miei allenamenti...la verità, ahimè, è che è da quasi un mese che sono bloccata a causa di un dolore al polpaccio molto forte che ancora non passa. E' veramente frustrante sentire le gambe che fremono ogni volta che vedo una bella strada da percorerre o una vista mozzafiato da sorpassare in velocità e non poter fare altro che aspettare che il male passi. Tutti mi dicono che devo stare a riposo ma io non ne posso più; ho bisogno di correre, di sentire ancora la terra che scivola sotto i piedi, l'aria fredda di gennaio che spacca la pelle e consuma i muscoli. La magia del cuore che resiste, andare oltre la fatica, oltre il sudore, oltre a tutto e tutti. Andare oltre i propri limiti e ritrovarsi più forti e generosi. Perchè la vera sfida, quando si corre, non è con gli altri ma con se stessi.
E allora io spero che tutti coloro che vorranno perdersi anche solo per caso in questo mio spazio, riescano a tirare fuori solo il meglio dal loro corpo e dalla loro testa. Soprattutto che di fronte alle difficoltà che la vita ci pone giorno per giorno, sappiano dimostrare di avere quel coraggio per ammettere con umiltà e dignità le sconfitte senza però farsi abbattere ma anzi che tornino in pista più grintosi di prima.
Che siate maratoneti o no io vi auguro di non ritirarvi mai da questa gara infinita che è la vita, qualunque sia il vostro posto in classifica l'importante è tagliare il traguardo.

sabato 6 gennaio 2007

Low profile


Da un recente sondaggio è risultato che l'augurio per il nuovo anno che si fa la maggioranza degli americani sia di riuscire a dimagrire.Mi ha fatto sorridere questa notizia perchè in fondo è un desiderio semplice, assolutamente alla portata di tutti. Non è come augurarsi di essere più ricchi o la pace nel mondo. No, uno dei paesi più potenti del pianeta ha come sogno nel cassetto quello di riuscire a perdere un pò di se stesso. Come se l'idea di mangiare un pò meno e correre un pò di più apparisse quasi un'impresa impossibile, un desiderio irrealizzabile. E' proprio vero che in una società in cui si è abituati ad avere tutto è forse più facile pensare di trovare un nuovo lavoro o riuscire a comprarsi una casa piuttosto che avere un minimo di forza di volontà nel limitarsi a tavola e sforzarsi nel fare qualcosa di salutare e indispensabile per il proprio corpo. Ma che valore ha il corpo in questo millennio dell'apparenza, del benessere e del consumismo? L'impressione che ho è che sia diventato un biglietto da visita con cui definire se stessi. Ma non si rischia di perdersi completamente? Di annientare la propria personalità, i propri ideali, i sogni e le proprie convinzioni? Non so, forse è banale ma mi fa un pò paura un mondo in cui il più grande desiderio sia quello di perdere peso o di farsi una plastica al seno per il nuovo anno. Forse bisognerebbe fermarsi a riflettere più a fondo su chi davvero non ha niente.
Allora io, per questo 2007, mi auguro di riuscire ad accontentarmi. Una vita di cose più piccole, a basso profilo, magari con più difetti e meno chilometri da percorrere. Ma che siano cose vere e soprattutto mie.
Buon anno a tutti!