venerdì 7 novembre 2008

Nuova Era


Sabato 1 novembre ho partecipato alla prima edizione della spirituale “corsa dei Santi”: una gara di 10,500 Km di beneficenza che partendo dalla Basilica di San Pietro percorre le strade di Roma attraverso i luoghi sacri del cristianesimo. E’ sorprendente come nel giro di 6 mesi, da quando è cambiata l’amministrazione comunale, siano state organizzate già ben tre competizioni podistiche di altissimo rilievo legate a importanti cause di solidarietà(Human Race, Run for Food, Corsa dei Santi) all’interno del centro storico, un perimetro che fino a poco tempo fa sembrava appannaggio esclusivo solo della Maratona. Potere della politica ma la cosa mi lascia, nonostante il piacere di potermi godere un po’ questa città senza macchine, assai perplessa…
Il ritrovo con la squadra era alle 9 non lontano dalla piazza più famosa del mondo: i miei compagni erano reduci da una trasferta a Istanbul che li aveva visti eroicamente protagonisti di una 15 Km alluvionata. Dopo i saluti e le operazioni di rito ci siamo avvicinati corricchiando verso l’arco di partenza proprio all’inizio di Via della Conciliazione. Devo ammettere che tutta quella moltitudine di gente in calzoncini che si scaldava tra le colonne di San Pietro era davvero suggestiva da vedere…e anche per me è stato assai emozionante correre sotto le finestre del Papa che ha salutato e benedetto noi irriducibili podisti.
I nomi dei top runners erano quelli delle grandi occasioni: Vincenza Sicari e Anna Incerti di ritorno dai giochi olimpici di Pechino e Daniele Caimmi, tra gli uomini, davano lustro a questa gara veramente molto partecipata e ben organizzata.
Alle 10.15 puntuali, in diretta anche su canale 5, è partito lo sparo di via e con lui una fiumana di gente che si è riversata in maniera un po’ troppo precipitosa sulle strade che toccavano le tre basiliche più monumentali di Roma (San Pietro, San Giovanni e Santa Maria Maggiore). A quell’ora, in una giornata di festa, il pubblico era davvero molto scarso e la corsa, nonostante fosse molto partecipata, appariva quasi silenziosa…Avevo detto e confermo che non amo queste gare così veloci ma quando c’è di mezzo un’occasione benefica e la possibilità di un percorso così straordinario, rinuncio a qualunque velleità competitiva, e mi godo la strada. O almeno ci provo. Perché in effetti mi sono fatta trascinare dal gruppo di testa e ho mantenuto un 3’55”– 4’ per i primi 4 Km per poi crollare miserevolmente a 4’15”-4’20” negli ultimi. Nonostante l’affanno e la strada non propriamente pianeggiante ho terminato la mia gara con un secondo posto di categoria in poco meno di 45 minuti. Una bella medaglia, un po’ di frutta e gli abbracci calorosi dei mie compagni hanno concluso una piacevole mattinata di sano sport.
Il giorno dopo ho corso in solitaria 30 Km all’interno di Villa Pamphili che era affollata come non l’avevo mai vista!Ho comunque tenuto un ottimo ritmo di 5’ al Km per tutto il tempo segno che le gambe, nonostante una maratona fatta solo una settimana prima, stanno bene e non si sono appesantite.
Questa settimana , causa trasferte di lavoro, non ho praticamente mai corso…Avevo programmato di fare un po’ di ripetute per creare un po’ di velocità in vista della maratona di Firenze il 30 novembre ma non ce l’ho fatta. Domani mattina proverò la titanica impresa della mia prima 100km a Tarquinia, campionati mondiali di Ultramaratona. Non ho intenzione di farla tutta, non ho l’allenamento né la testa né tutto sommato mi gioverebbe in questo momento. Ad accompagnarmi, come sempre, ci sarà Claudio anche lui temerario ultramaratoneta!Sarà, spero, un’esperienza completamente nuova ed entusiasmante!
Nel frattempo qualcosa, nel mondo è cambiato…il 4 novembre l’America ha scelto il suo nuovo Presidente. Barack Obama è ufficialmente il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti e mi auguro sia una nuova boccata di ossigeno per l’umanità intera. E’ stato emozionante assistere alla fine di un’era che ha soffocato un po’ tutti e inquinato questo mondo di guerre, smania di potere, consumismo e odi razziali. Si cambia pagina. Mi auguro si torni a dare il giusto peso alla vita, a un sano progresso, alla democrazia, alle minoranze, all’uguaglianza, alla pace e soprattutto all’Africa.
E allora buon lavoro a Obama e che Dio benedica l’America che ogni volta c’insegna quanto questo paese contraddittorio e giovane sia però in grado, nei momenti più difficili, di stringere i denti, unirsi nella lotta e farci sperare ancora che cambiare si può.