venerdì 25 gennaio 2008

Chi l'ha dura (non sempre) la vince


In questo periodo abito in campagna, in uno di quei vecchi casolari ristrutturati rispettando le architetture originali e quindi, pieno di spifferi e abitanti indesiderati.
Nella mia stanza in particolare soggiorna, ormai da un pò, un simpatico tarlo che ha preso dimora all’interno di un’antica trave che, proprio per la sua prestigiosa natura, è marcia.
Il grazioso animaletto mi tiene compagnia tutte le notti animando il silenzio delle valli umbre con il suo continuo, irrefrenabile, ossessivo sgranocchiare l’evidentemente gustosissimo, legno.
La prima sera mi sono beata di cotanto accompagnamento musicale che mi riportava in un attimo alle atmosfere bucoliche del passato; la seconda notte, seppur lievemente infastidita dall’incessante banchettare dell’insettino, ho proseguito il mio viaggio immaginario tra le atmosfere contadine. La terza notte ho optato per dei tappi alle orecchie che comunque mi facevano sentire parte di un universo primordiale; la quarta notte, con un inizio di sindrome da stanchezza cronica per la protratta mancanza di sonno, ho fatto un balzo nella civiltà moderna e ho lasciato accesa la televisione pur di non sentire quel continuo trapanare. La quinta notte in preda a un esaurimento nervoso ho deciso di affrontare la bestiolina a quattr’occhi: ho acquistato un’arma non convenzionale, la pistola a silicone, e ho iniziato a sparare all’impazzata all’interno di ogni singolo spiraglio presente nelle travi. La foga per la gloriosa battaglia è stata tale che alla fine sono caduta esanime sul letto con il revolver da ferramenta completamente scarico, ancora in mano. Tutta rossa in viso, ansimante e con i capelli scompigliati per il trasporto riposto nell’impresa, mi sono fermata per godere finalmente di un ambiente insonorizzato...ma no! ecco che dopo neanche un minuto dalla resa, l’odioso tarlo ha ripreso a rifocillarsi con gli antichi materiali lignei totalmente incurante dei miei offensivissimi spari.
Mi sono arresa e sono andata a dormire in un’altra stanza.