mercoledì 23 gennaio 2008

...come d'autunno sugli alberi le foglie


Oggi è una di quelle giornate talmente belle e limpide che correre sembra la cosa più naturale e semplice del mondo. Il vento forte ha spazzato via qualsiasi residuo di nubi e dai viottoli sterrati di Villa Pamphili si riuscivano a intravedere le cime del Terminillo. Il parco era pieno di gente come succede di solito solo nelle giornate in prossimità della Maratona di Roma e le facce incupite dal freddo e dalle troppe insicurezze che questo paese a volte ci riserva, hanno lasciato il posto a dei sorrisi finalmente rilassati e vitali.
Avevo in programma di fare una mezz'ora di riscaldamento seguita da sessione di ripetute da 6x500 metri in 2'20" con recupero di 30" tra una e l'altra. Domenica ho la Tre Comuni e non voglio sforzare troppo le gambe. Poi però dopo circa venti minuti a ritmo blando mi si è accostato Michele un ragazzo con cui mi sono allenata qualche volta e che non vedevo da alcuni mesi. Mi ha proposto di fare un giro insieme e abbiamo cominciato a chiaccherare dell'annosa questione Ratzinger-Università. Io penso che al di là delle proprie convinzioni religiose la libertà di parola debba essere garantita a tutti e che sia stata davvero un' importante occasione mancata. E mi è venuto in mente un viaggio in macchina che ho fatto mentre ero in vacanza in Indonesia nell'immensa isola di Sulawesi. Per raggiungere il porto da cui potermi imbarcare per un piccolo arcipelago sperduto ho approfittato del passaggio offerto da una famiglia locale. La strada era lunga (quasi 30 ore) e avremmo dovuto attraversare numerosi villaggi in cui la situazione tra musulmani e cattolici era paticolarmente tesa. Nei pressi di Poso, fulcro incandescente degli scontri religiosi,la macchina si è fermata e tutti i miei compagni di viaggio, non parlando inglese e non riuscendo quindi a comunicare con me, si sono fatti il segno della croce invitandomi a fare lo stesso. In quel momento quel gesto tanto semplice mi è sembrata la cosa più naturale del mondo, l'unico mezzo per poter scampare all'immediato pericolo. Poi siamo ripartiti e fortunatamente siamo arrivati a destinazione senza nessun contrattempo. Ci sono paesi del mondo molto più arretrati e intolleranti del nostro in cui convivono etnie e religioni nettamente diverse tra loro. In altri purtroppo nel nome del proprio Dio si uccide e si muore. In Italia, semplicemente, si sta.
Alla fine non ho fatto le ripetute e sono tornata a casa con un pò di malinconia nonostante il sole.